Un caso di sovraccarico metatarsale estremo

Un caso di sovraccarico metatarsale estremo

Prendiamo in considerazione un caso di sovraccarico metatarsale estremo in cui secondo, terzo e quarto metatarso di fatto escono dalla pianta del piede, questo non per ragioni di deformità congenita né tantomeno acquisite ma per ragioni iatrogene. In corso di intervento di alluce valgo pregresso l’accorciamento del primo raggio è stato erroneamente determinato in maniera abnorme, tanto da causare la condizione attuale. Questo è facilmente evidenziabile anche dalle immagini radiografiche eseguite in corso d’intervento e prima dell’intervento stesso. L’unica soluzione possibile è procedere a un riallineamento metatarsale di entità estrema che riporti indietro di 2 cm le teste del secondo, terzo e quarto metatarso, in maniera tale da ridare un corretto equilibrio all’arco traverso e all’appoggio dei due pilastri del piede, che sono il primo e il quinto. L’intervento è eseguito dall’equipe medica del Dr. Alessandro Cenci.

Come facilmente evidenziabile dalle immagini e dai tempi espressamente richiamati nelle schermate dove si visionano le radiografie ante e post, ciò è reso possibile, in una durata di 5 minuti, attraverso l’esecuzione di accessi di 1 mm sul dorso del piede, osteotomie sottocapitate a 30 gradi sulle diafisi metatarsali e relativo arretramento delle teste stesse. La correttezza e la precisione delle osteotomie di arretramento metatarsale è tale che, aldilà di un occhio esperto, è impossibile, se non valutando la diversa posizione delle teste stesse rispetto al primo raggio, l’avvenuto arretramento.

Le foto in ante e post del piede della signora, facilmente riconoscibile per il tatuaggio, rendono ancor più chiara, se mai ce ne fosse bisogno, la condizione ottenuta dopo l’esecuzione dell’intervento. Ovviamente questo tipo di riallineamento consente anche di riformulare completamente l’arco trasverso, di ridare alla signora un appoggio coerente e, soprattutto, di eliminare il dolore atroce, irriducibile, a cui la signora era sottoposta.

Per puro spirito di divulgazione vale la pena ricordare che in corso di intervento è stato fatto anche un debridement del primo raggio, con riavvicinamento dei monconi dell’osteotomia originale dell’errato intervento pregresso, in maniera tale da tentare di risolvere la pseudo artrosi che ne era conseguita.

Non da ultimo, vale la pena di ricordare che nei 10 minuti totali di esecuzione dell’intervento è stata fatta anche un’esostectomia dorso-laterale della falange ungueale del quarto dito, perché un osteofita imponeva alla signora, nel contrasto tra il quarto e il quinto dito, un fastidioso callo.