La patologia artrosica della spalla ed il trattamento chirurgico di protesi inversa

La patologia artrosica della spalla sta diventando sempre più comune, è una malattia degenerativa che si verifica a causa del consumo della cartilagine della spalla, nello sfregamento delle ossa che compongono la parte scapolo-omerale dell’articolazione. Nella maggior parte dei casi è secondaria ad una rottura massiva e irreparabile della cuffia dei rotatori. Può essere curata con terapie riabilitative o in casi estremi attraverso un intervento chirurgico, che consiste nella sostituzione protesica della spalla.

Le nostre articolazioni sono più fragili di quanto pensiamo

Vi sono molte patologie che affliggono le articolazioni ed una delle tante è l’artrosi, una malattia degenerativa che si presenta con un consumo della cartilagine. La cartilagine è un componente importante che si trova in molte aree del nostro organismo, si presenta come un tessuto morbido, flessibile, che ha funzione connettiva cioè di giunzione tra ossa. La cartilagine non è innervata ed ha il compito di proteggere le ossa, permettendo movimenti più fluidi e limitando il dolore. In assenza di questa le ossa sfregherebbero l’una contro l’altra, consumandosi, provocando dolore e limitando il movimento. Questo sfregamento porterebbe, con l’andar del tempo, allo sviluppo di “speroni ossei”, osteofiti. Ovvero delle escrescenze che si formano al ginocchio, all’anca, ed all’altezza dei dischi vertebrali, visibili tramite visita radiologia. La  loro presenza porta a diagnosticare l’artrosi.

Cosa causa l’artrosi della spalla?

L’artrosi della spalla è causata da molteplici fattori, fra i quali:

  • Lereditarietà;
  • L’avanzamento dell’età;
  • Un utilizzo eccessivo dell’articolazione;
  • Pregresse lesioni traumatiche o degenerative della cuffia dei rotatori;
  • Malattie autoimmuni;
  • Alcolismo;
  • Uso di corticosteroidi (farmaci antinfiammatori steroidei) ad alto dosaggio per lunghi periodi;
  • Diabete;
  • Ipertensione.

Vari tipi di artrosi della spalla

Una causa molto comune di artrosi è la rottura massiva della cuffia dei rotatori che comporta una risalita della testa omerale ed un quadro di artrosi che viene definita eccentrica. Negli altri casi si parla di artrosi concentrica e si può manifestare dopo una lesione traumatica, come una frattura o una lussazione, o  una necrosi che si verifica a causa di un’interruzione del  flusso di sangue verso l’omero. Può essere causata anche da alcolismo o da terapia farmacologiche.

La sintomatologia

Il dolore è il primo sintomo e si aggrava nel tempo. Dolore che si può avvertire in qualsiasi momento della giornata, anche durante la notte, persistente e limita i movimenti e la vita del paziente. La limitazione del movimento infatti è un altro sintomo frequente quando si effettuano movimenti normali del braccio. Il paziente può avere difficoltà nel raggiungere un oggetto, allungandosi o nella rotazione del braccio. Anche un rumore, detto scroscio articolare, può essere un sintomo inequivocabile. Questo “schiocco” è un suono simile alla rottura di un oggetto che si avverte durante l’esecuzione del movimento.

La diagnosi dell’artrosi della spalla

Nel momento in cui il paziente avverte anche uno di questi sintomi sarebbe opportuno rivolgersi ad un ortopedico che, acquisendo la sua storia medica, suggerirà di eseguire visite ed esami di approfondimento. E’ fondamentale effettuare unaccurata valutazione clinica ed un esame ecografico. Questo permette già di avere subito una diagnosi corretta. Lecografia ci permette di valutare sia la parte ossea che tendinea della spalla. Un esame radiologico può dare un quadro completo della patologia. La radiografia in questione mostrerà lo spazio nelle articolazioni a livello gleno-omerale, cioè tra omero e scapola. Il medico dovrà esercitare dei movimenti al braccio/spalla del paziente per capire quanto dolore e quanta limitazione nei movimenti sono presenti, per valutarne la gravità. Gli esami diagnostici quali l’ecografia, la radiografia, la TAC e la Risonanza magnetica saranno fondamentali per poter capire quale terapia consigliare.

Come curare questa patologia? E’ necessario l’intervento chirurgico?

Il chirurgo ortopedico, come accennato, sarà capace di valutare il trattamento idoneo per il paziente dopo l’acquisizione degli esami e della visita effettuata. La terapia riabilitativa fisica consiste nell’effettuare degli esercizi che aiuteranno il paziente nella mobilità e flessibilità del braccio. Anche le infiltrazioni di acido ialuronico o con cellule mesenchimali , da associare alla terapia riabilitativa, possono essere utili per rendere più fluido il movimento e questo potrà agevolare il lavoro del fisioterapista, attenuando il dolore. Lintervento chirurgico, invece, sarà necessario quando i trattamenti sopra elencati non avranno benefici nel paziente, soprattutto il dolore, continuando ad interferire sulle attività di ogni giorno.

Gli interventi chirurgici possibili sono due:

  • L’Artroprotesi anatomica della spalla,denominata anche sostituzione dell’articolazione della spalla.
  • LArtroprotesi inversa della spalla, questa andrà a ripristinare la perdita della cartilagine e la funzione della cuffia.

In cosa consiste il trattamento chirurgico di protesi inversa

Questo intervento viene eseguito su molti pazienti ed è consigliabile nei pazienti che soffrono, oltre che di artrosi, anche di lesioni massive irreparabili della cuffia (la cuffia dei rotatori è l’insieme dei quattro muscoli, con i propri tendini, che portano al movimento dell’articolazione della spalla).

Protesi inversa: come si esegue l’intervento?

L’applicazione convenzionale della protesi della spalla cerca di riprodurre ed ovviamente di imitare l’anatomia normale della spalla. Questi rapporti vengono invece alterati nella protesi inversa. Il trattamento chirurgico di protesi inversa avviene infatti  invertendo l’anatomia della spalla, posizionando la coppa e la palla di metallo in maniera “inversa”. La sfera di metallo sarà applicata alla glenoide e la coppa di polietilene sarà fissata all’estremità superiore dell’omero. Questo trattamento ha un maggiore successo sulla soluzione della patologia, poiché il recupero del movimento si affida alla funzione di un grosso  muscolo chiamato deltoide. L’intervento dura dai 40 ai 60 minuti. Il chirurgo incide sulla parte anteriore e laterale (accesso deltoideo-pettorale) della spalla eliminando le parti dell’osso danneggiate per poi posizionare le protesi e ripristinare il funzionamento della spalla. Il post intervento prevede di indossar un tutore per 15-20 giorni e una successiva riabilitazione fisica. Sarà necessario effettuare dei controlli, per poter valutare la ripresa che avverrà dopo 3 mesi.